“Avatar” può diventare realtà

Un uomo sulla Luna no, ma un umanoide sicuramente sì. Fa parte del nuovo progetto della Nasa l’invio di umanoidi sul nostro unico satellite, un allunaggio vero e proprio ma vissuto da creature non umane. In realtà, anche l’uomo sarà presente sulla Luna durante la speciale missione, ma in maniera indiretta, o meglio “a distanza”. Avete presente Avatar, il nuovo film di James Cameron? Ebbene, l’uomo sarà presente più o meno allo stesso modo, controllando dalla Terra i movimenti e le azioni dei nuovi astronauti robot. Certo, su Pandora erano le connessioni neuronali a permettere il controllo dell’avatar, ma sul pianeta Terra a controllare gli astronauti umanoidi, i NASA C-3POs, saranno visori ad alta definizione e abiti di “telepresenza”, capaci di riprodurre a distanza i movimenti sulla Luna. Ma proviamo un pò ad immaginare in termini concreti cosa comporta l’introduzione di una simile tecnologia per la Nasa. La spedizione di un “non umano” consente di risparmiare sui sistemi di supporto vitale, che renderanno anche il veicolo spaziale più leggero, agile e meno ingombrante. Il peso dell’intero sistema sarebbe notevolmente ridotto, diminuendo così anche le dimensioni del razzo. Certo, non sarà emozionante come mettere effettivamente piedi sulla Luna, ma di certo è l’esperienza che più vi si avvicina. E poi la Nasa in questo modo avrà sempre a disposizione astronauti. Volendo correre con la fantasia, potrebbe essere il videogioco spaziale del futuro.

Fonte: http://www.nextme.it/rubriche/lo-sapevi-che/301-avatar-puo-diventare-realta

Sotto il video della ricostruzione scenica del robot umanoide sulla Luna

6 risposte a "“Avatar” può diventare realtà"

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  1. la distanza terra-marte minima è di 55milioni di chilometri, il che significa che un segnale radio (che viaggia alla velocità della luce) impiega 3 minuti per raggiungere il pianeta rosso. Ora immaginate il vostro Avatar che sta camminando sul suolo marziano quando vede un ostacolo. Dall’androide partirà un segnale che attraverserà lo spazio in 3 minuti fino a raggiungere l’operatore terrestre; questi farà partire il segnale di “stop” che raggiungera l’Avatar dopo altri 3 minuiti
    Morale: l’avatar ha ben 6 minuti di “buio” durante il quale andrà a sbattere contro l’ostacolo svariate decine di volte !!!
    (trovo la scena dell’avatar che sbatte come un giocattolo cinese esilarante boink, boink, boink….)

    E’ un problema ben noto alla NASA che si trova a combattrelo ogni giorno con i roover marziani e le sonde spedite in giro per lo spazio.

    Se la signora Francesca Mancuso (che ignoro chi sia), prima di farsi prendere dall’orgasmo cinematografico e scrivere spazzatura riflettesse su ciò che scrive sarebbe meglio!!!!!

    nano nano
    Aiace

  2. Bla bla bla bla…..sempre gli stessi progetti con parole e non con i fatti!!
    La Nasa oramai lo sanno tutti che e’ con il culo x terra, economicamente parlando… Senza soldi non si fa niente in questo mondo.

  3. E come si fa con la mole di dati da trasmettere per eseguire i movimenti?

  4. Ora è anche quello che esiste ed esisteva gia in passato viene chiamato Avatar… mannaggia alle mode del momento!

  5. Il mondo fantastico del Sig.Asimov si stà avvicinando alla nostra realtà vera o presunta che sia.Se fosse ancora tra di noi forse ci delizierebbe con altre storie avvincenti, cerchamo di essere ottimisti! Saluti a tutti F.

  6. E poi i robot hanno il vantaggio ,oltre che non necessitato supporto vitale,di non uscirsene con frasi tipo “Houston c’e’ un babbo natale”!!E sopratutto non rilasciano interviste.!!

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