Nuove forme di vita arrivano dallo spazio?

Articolo di Franco Pavone – Componente CUT

II nostro vecchio pianeta Terra è soggetto negli ultimi anni a tante sollecitazioni e cambiamenti , provocati soprattutto dalla mano poco avveduta dell’uomo , che ha inquinato ormai di tutto , sia con gli scarichi industriali, che con esperimenti nucleari sotterranei e atmosferici , che hanno provocato alterazioni nell’ecosistema , con tante specie animali e vegetali che si stanno estinguendo o sono già estinte a causa di questi motivi . Ma non solo , come sappiamo ormai tante specie tropicali si stanno espandendo in zone dove prima la loro presenza era da considerarsi utopistica . Addirittura stanno fiorendo nuove specie sconosciute di cui ancora non si sa l’origine, o specie da poco scoperte in ambienti dove non si pensava potesse esistere vita , e questo dimostra ancora una volta che sappiamo poco su segreti e fenomeni della natura e quindi dell’Universo . A parte poi la ormai acclarata presenza di UFO nei nostri cieli, che senza nasconderci dietro un dito e senza perifrasi, provengono dallo spazio esterno , come del resto ha detto un certo Philip J. Corso , dal lato del suo background militare e di intelligence , ed è l’unica spiegazione plausibile e ovvia , che regge ormai a dispetto di spiegazioni semplicistiche e di comodo , bisogna solo avere un po’ di coraggio nell’affermarlo . Poi come se non bastasse , cruente catastrofi stanno proliferando in tutto il mondo , vedi l’ultimo terribile terremoto e maremoto del Giappone dell’11 Marzo , con le tante vittime e il danneggiamento della centrale nucleare di Fukushima , che dimostra il fatto come l’uomo sia capace di accendere l’atomo , ma non di spegnerlo . E non dimentichiamoci nuovi virus e malattie , testati forse in segrete basi ( vedi la super controllata base di Fort Detrick negli USA ) , che stanno seminando ancestrali paure nel mondo , non si sa se ad arte o meno . Ma tornando al discorso iniziale sui cambiamenti al nostro ecosistema , e se questi cambiamenti non dipendessero solo da noi , ma avessero anche una matrice esogena e non solo endogena ? Conosciamo per esempio la nota teoria dell’astronomo di Cambridge Fred Hoyle , detta della ” panspermia ” , che teorizzò l’arrivo della vita sui mondi dell’Universo tramite le comete , gli asteroidi e le meteoriti. Sappiamo inoltre che nell’ambito della nostra atmosfera , si sta discutendo negli ultimi tempi di fenomeni quali gli ” ebanis ” , o di strane forme luminose sconosciute a Hessdalen in Norvegia e in altre zone del mondo , e anche del nuovo misterioso fenomeno degli ” orbs ” , di cui non si sa ancora la natura e l’origine certa. E se fossero nuove forme biologiche che giungono dallo spazio ? Ma di questi ultimi argomenti ne parleremo magari in altra occasione , perché necessitano di un discorso più approfondito . Riprendiamo l’argomento iniziale che riguarda i cambiamenti biologici nell’ecosistema terrestre . Cominciamo proprio dal mar Jonio , che bagna Tarante , la nostra città , che in un articolo pubblicato dall’inserto scientifico de La Stampa di Torino , Tuttoscienze , il 24 Dicembre 2008 , scrisse di una ricerca effettuata nel nostro mare per cinque anni dalla nave oceanografica Universitatis , che per mezzo di un siluro sonar che scandagliò il fondale , e delle riprese filmate dal robot subacqueo teleguidato ” Fiuto ” , trovò davanti alla costa di Santa Maria di Leuca nella zona denominata ” Apulian plateau ” , un agglomerato di coralli tra i 300 e i 1200 metri di profondità . E’ risaputo che nell’alto Jonio , a metà strada dalle coste del continente africano , vi è una fossa abissale che supera i 3000 metri di profondità . I fondali della zona furono scandagliati, perché in alcune occasioni i pescatori di quei lidi trovavano nelle reti da pesca pezzi di coralli vivi , e questo incuriosì gli oceanografi, per il semplice fatto che detti coralli non facevano più parte della nostra fauna marina da più di 15 mila anni , e i coralli bianchi filmati erano scomparsi dal Mediterraneo dalla fine dell’ultimo periodo dell’Era Glaciale . Questo tipo di coralli sono importantissimi per la vita marina , perché crescono nelle profondità buie del mare , e costituiscono un rifugio per gli organismi che vivono a quelle profondità . Le ricerche più recenti , oltre a rivelare una enorme ricchezza di specie marine e tipi di vita mai osservati prima , come vermi e cnidari sconosciuti, che sono dei celenterati tentacolati , stanno rivelando un tipo di organismo microbico che sopravvive in un luogo con scarso ossigeno . Il Progetto Biodeep ha poi esplorato il lago sottomarino Bannock , sempre nel Mar Jonio , a 100 miglia dalla Libia , lago che si trova a 3300 metri di profondità , in una zona dove si uniscono la placca continentale europea con quella africana . Si pensava che in questo abisso del nostro mare , a causa della enorme pressione della massa d’acqua , della elevata salinità e dell’anossia ( mancanza o scarsità di ossigeno ) , non ci fosse vita , e invece sono state individuate colonie di microbi che si sono adattate a vivere in quell’ambiente e a quelle profondità . E’ una scoperta che ha un grande valore anche per la ricerca di vita in mondi extraterrestri , e per la ricerca agricola e farmaceutica . Infatti molte missioni spaziali con sonde automatiche , hanno evidenziato per esempio la presenza attuale o nel passato , di ambienti con elevata salinità su Marte e su altri corpi celesti . Sappiamo per esempio che sotto la superficie di Europa , satellite di Giove , c’è un oceano ipersalino . Quindi l’attività microbica nel lago sottomarino Bannock nello Jonio , è un ulteriore sostegno alla tesi che forme di vita di questo tipo esistono anche al di fuori della Terra e non solo . Sicuramente la ricerca di vita del 21° secolo sarà nel mare , ultima frontiera del nostro pianeta , e nello spazio ultima frontiera del futuro . Ma se dal mare ha avuto origine la vita , la vita nel mare ha forse avuto origine dallo spazio ? Nel Luglio del 2001 e nell’Agosto del 2006 uno strano fenomeno si verificò nell’area di Kerala in India . Per alcuni giorni una strana pioggia rossa si è abbattuta sulla città , anche se la gente del luogo era abituata alle tempeste di sabbia che si mescolano con la pioggia . Ma uno scienziato locale , Godfrey Louis , un fisico della Mahatma Gandhi University , non la pensava allo stesso modo . Raccolti alcuni campioni di questa strana sostanza caduta , ha iniziato una ricerca che è ancora in corso , anche se una certa parte di questi studi è già apparsa sulla prestigiosa rivista Astrophysics and Space Science . Anche altre università si sono occupate della faccenda , tra cui la Corbell University ( Usa ) e la Sheffield University ( Gran Bretagna ) . E’ stato scoperto che in questa strana pioggia rossastra vi sono dei globuli rossi, che hanno un diametro di 10 micron , leggermente più grandi dei globuli rossi umani che sono di 7 micron . E qui sembra di leggere una parte del romanzo ” A come Andromeda ” scritto dal famoso astronomo e astrofisico Fred Hoyle con John Elliot, non a caso fautore della teoria della panspermia , in cui si ricostruisce il DNA di una evoluta razza aliena che aveva trasmesso un messaggio dalla galassia di Andromeda , con il codice binario 0-1 , per la costruzione di un perfezionatissimo ipercalcolatore senziente , romanzo che ha poi ispirato altri quattro libri come : il seguito , sempre di Hoyle , ” L’insidia di Andromeda ” , quindi ” Messaggio da Cassiopea ” , scritto a due mani da Chloe Zerwick e Harrison Brown , oltre a ” Progetto stelle ” di Gregory Benford ( se non ricordo male l’autore , chiedo venia ) , e ” Contact ” di Cari Sagan . Perché questo accostamento ? Perché lo scienziato della Gandhi University sostiene di aver osservato negli studi sulla pioggia rossa di Kerala , delle piccole cellule fuoriuscire da una cellula madre , che hanno dato origine a un processo di duplicazione , come nel romanzo A come Andromeda . Solo che questo processo quando si verifica sulla Terra , ha bisogno del DNA degli organismi in questione . Il mistero è che Godfrey Louis non è riuscito a trovare nessun DNA , e ha inviato quindi il materiale ad una università più attrezzata , come il Centro di Astrobiologia di Cardiff nel Galles , capitanata dall’astrotìsico premio Nobel Chandra Wickramasinghe , che tra l’altro noi del CUT abbiamo conosciuto personalmente il 16 Ottobre 2010 alla Conferenza di Strasburgo , che sta studiando l’enigma di Kerala e che ha dichiarato : « Non abbiamo mai visto nulla del genere prima d’ora . Non ci sono dubbi che questi globuli sono composti da idrogeno , silicio, ossigeno , carbonio e alluminio . Possiedono pareti molto spesse , così che è diffìcile entrarvi o estrarre il materiale che vi è all’interno . Le analisi che abbiamo eseguito con il Dapi ( la sostanza utilizzata dai biologi per mettere in luce la presenza di DNA all’interno delle cellule viventi ) ha dato risultati contrastanti » : Neanche a Cardiff sono riusciti a capire perché questi globuli siano rossi, perché le pareti delle cellule siano così resistenti , che cercando di romperle , il contenuto interno si può disperdere . Secondo il fisico Louis , forse le pareti delle cellule sono così spesse per sopravvivere al viaggio nello spazio extraterrestre . Questo avvalorerebbe la tesi che determinati organismi sono resistenti al vuoto cosmico e ai raggi cosmici, e possono arrivare sul nostro azzurro pianeta indenni . Quindi Louis ipotizza che la pioggia rossa è composta da organismi di origine extraterrestre arrivati sulla Terra , grazie allo scontro con una piccola cometa , i cui frammenti sono caduti nella nostra atmosfera sulla zona di Kerala . In effetti quando nel 2001 furono sentite delle esplosioni nella zona , prima della pioggia rossa , simili a quelle che si ascoltano quando le meteoriti esplodono nella nostra atmosfera , l’ipotesi non è da scartare . Se la cosa è plausibile , ci vorrebbe un corpo cometario che dovrebbe avere al suo interno almeno 50.000 chilogrammi di tali organismi . Sempre secondo Louis la ripetizione del fenomeno è plausibile perché dopo cinque anni la Terra è entrata di nuovo nell’orbita della cometa del 2001 , come succede per esempio quando c’è l’annuale pioggia di meteoriti nella notte di San Lorenzo . Ma perché solo a Kerala ? Secondo lo scienziato , sicuramente un fenomeno simile è capitato in altre aree del mondo , ma o non ci hanno fatto caso , o le cronache non sono state riportate . Se si legge però il libro di Charles Fort : The hook of thè damned ( il libro dei dannati ) , c’è un capitolo dedicato alle piogge misteriose di strane sostanze , fra cui anche quelle di colore rosso , quindi questo enigma è di antica data e globale . Secondo David Lloyd direttore della Cardiff University , i ” globuli rossi ” caduti su Kerala potrebbero essere una sconosciuta forma di vita terrestre non ancora scoperta , ma secondo lui l’ipotesi extraterrestre non è da scartare del tutto , oltre all’enigma del perché sia caduta solo nel 2001 e nel 2006 . Tra le altre ipotesi, ci sono anche quella dell’esplosione meteoritica e quella che la pioggia sia stata colorata di rosso da spore di alghe aeree ( ! ) che proliferano in quell’area . Secondo alcune testimonianze dei residenti in zona , la prima pioggia rossa fu preceduta da un tuono e da un lampo di luce , e successivamente alla pioggia alcuni alberi nei boschi si ritrovarono con le foglie avvizzite e con un colore grigio cenere . Si parlò anche di una crescita abnorme di licheni , che avrebbero liberato una enorme quantità di spore nell’atmosfera , tuttavia del meccanismo che avrebbe innescato questo fenomeno non è stata trovata alcuna traccia . In alcuni sedimenti analizzati dalla pioggia rossa , tra l’altro sono stati trovati anche una componente di silicio e una presenza di alluminio , con una bassissima concentrazione di fosforo , e la cosa è sconcertante , in quanto l’alluminio normalmente non figura nelle cellule viventi . Una delle teorie convenzionali elaborate per spiegare il fenomeno di Kerala , è stato quello che la pioggia contenesse sangue di uno stormo di pipistrelli distrutti da una meteora , ma come vediamo , tante volte le spiegazioni cosiddette razionali , sono più irrazionali di quelle eretiche . Al momento quindi la teoria extraterrestre sembra la più plausibile , anche perché secondo Chandra Wickramasinghe , se nella pioggia rossa verranno trovati specifici isotopi del carbonio , differenti da quelli presenti nelle forme di vita terrestri, sarà la prova conclusiva della loro provenienza extraterrestre . Un’altra ipotesi sulla natura esogena di questi organismi , è quella che se sono stati trasportati da una piccola cometa , questa avvalorerebbe la tesi della panspermia di Sir Fred Hoyle e dello stesso Chandra Wickramasinghe , tesi che afferma come sappiamo che questi corpi celesti siano veicoli di trasporto di vita nel Cosmo . Comunque questi studi sulla pioggia rossa di Kerala sono certamente affascinanti , perché potrebbero dimostrare definitivamente il fatto che sia la vita organica che quella intelligente , siano la norma nell’Universo . Dulcis in fundo , recentemente la Nasa ha divulgato la notizia della scoperta di un microbo nel lago Mono , nei pressi dello Yosemite National Park in California , che sostituisce l’arsenico al fosforo per la sua crescita , e questo aumenta la prospettiva di trovare vita organica su pianeti dove non c’è fosforo nell’atmosfera , visto che si pensava che questo elemento fosse uno dei componenti principali per lo sviluppo della vita . Ormai dopo la scoperta di oltre 500 pianeti extrasolari, come ha scoperto di recente anche il telescopio spaziale Kepler , con alcuni con le condizioni necessarie adatte alla vita , nella fascia cosiddetta abitabile , anche se sono convinto che le condizioni adatte alla vita , che non credo siano solo basate sul carbonio , ma anche sul silicio , sulla linfa vegetale e forse anche sull’atomo , credo che l’Universo sia pieno di pianeti simili alla Terra , e gli amminoacidi viaggiano nel Cosmo per mezzo di comete ( i messaggeri dello spazio ) e meteore , provenienti chissà da quali recessi dell’Universo . Certo che dopo tanti anni in cui il Darwinismo e il Creazionismo l’hanno fatta da padrone , ci potrebbe essere teoricamente una terza strada come quella della vita di nuove forme biologiche che arrivano dalle profondità dello spazio e si adattano ai pianeti dove arrivano , compresa la Terra , creando forse nuovi ecosistemi biologici, e la teoria forse non è così peregrina . Recentemente una equipe dell’Università dell’Arizona , diretta dalla ricercatrice italiana Sandra Pizzarello , ha analizzato un meteorite carbonaceo , un fossile tra i più antichi del Sistema Solare , trovato in Antartide . Dopo aver ricreato in laboratorio le stesse condizioni della Terra primitiva , si è scoperto che nei residui rilasciati dal meteorite , c’era una grande quantità di ammoniaca , elemento anticipatore delle molecole organiche come amminoacidi e DNA , fondamentali per la vita . Questo dimostrerebbe che la vita sulla terra fu accesa dall’ammoniaca contenuta nello sciame meteorico caduto e risalente ai 4 miliardi e ai 3 miliardi di anni fa . La rivista scientifica Journal of Cosmology , ha pubblicato ultimamente una ricerca di Richard Hoover , scienziato della Nasa , che sostiene di aver scoperto una forma di vita aliena giunta dallo spazio , e di come vi sia arrivata . Frutto di lunghi anni di ricerche , l’astrobiologo del Marshall Space Flight Center della Nasa , ha chiesto ad altri ricercatori in tutto il mondo di verificare se le sue prove sono corrette o meno . Hoover ha studiato per oltre dieci anni fossili di batteri molto piccoli, caduti in zone remote del pianeta e raccolti in Antartide , Siberia e Alaska , per cercare le meteoriti condriti carboniose , di cui in questo momento ne sono state trovate solo una decina di campioni . Alcuni di questi fossili sono simili ad alcuni batteri terrestri e secondo Hoover , questo dimostra che la vita nell’Universo è molto più diffusa di quanto si pensi . Analizzati al microscopio elettronico , sono stati rilevati batteri somiglianti a quelli terrestri , ma anche altri sconosciuti batteri , veri e propri alieni . Questo rinforzerebbe , se ce ne fosse ancora bisogno , la tesi della panspermia , e cioè che la vita sulla Terra arriva dallo spazio , e non solo sulla Terra , ma anche su altri pianeti, e che non è quindi una eccezione del nostro mondo .Tra questi batteri scoperti, ce ne sarebbero alcuni privi di azoto . Il ricercatore del SETI ( l’ente per la ricerca radioastronomica di vita intelligente nel Cosmo ) , Seth Shostak , ha detto che se la scoperta fosse confermata , l’impatto sulla scienza in generale e l’astronomia in particolare , sarebbe di vasta portata . La ricerca di Richard Hoover verrà sottoposta a test di altri ricercatori , e se ci sarà conferma della provenienza esogena , si avrà la certezza che davvero batteri alieni sono scesi sulla Terra . Mi viene in mente inoltre che nel Dicembre 1984 un meteorite di origine marziana fu trovato in Antartide dalla ricercatrice Roberta Score , e nel 1996 David McKay della Nasa disse di aver trovato al suo interno tracce di vita , e infatti vennero esaminate strutture a catena di possibile origine biologica . Recentemente anche gli studi sugli oceani di Jonathan Eisen , collaboratore del celebre decifratore del DNA , Craig Venter , potrebbero rivoluzionare la classificazione delle creature biologiche conosciute come : batteri , archaea ed eucarioti . Con il progetto denominato ” Global ocean sampling expedition” in auge dal 2003 , i due ricercatori stanno scandagliando i mari del globo alla ricerca dei genomi dei microrganismi marini, e stanno accumulando una enorme biblioteca dei geni . I microbi vengono analizzati nel loro habitat naturale e non con le colture in laboratorio , e quindi è più facile studiarli, visto che in laboratorio non si potrebbero riprodurre determinate condizioni naturali . Per la cronaca , Jonathan Eisen è professore di microbiologia al ” Genome Center ” della University of California . Nei suoi studi afferma che questi sconosciuti e invisibili organismi , esigono temperature spaventose e pressioni in atmosfere , che ridurrebbero gli esseri umani a un foglio di carta , quindi è ovvio che vivono in condizioni per noi impossibili . Quali potrebbero essere i vantaggi di tali studi ? Secondo Eisen si potrebbero creare in futuro creature OGM , in grado di ripulire l’aria dai gas che causano l’effetto serra , o produrre combustibili sintetici non inquinanti , come forse anche gli scienziati del Terzo Reich avevano prodotto negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale . Ma poi come si comporterebbero le multinazionali del petrolio ? La domanda essenziale e fondamentale però è quella , da dove provengono questi microrganismi ? Sono nuovi organismi terrestri , oppure sono organismi che provengono dallo spazio ? Il microbiologo ha affermato che queste creature di certo fanno parte in effetti della materia oscura dell’Universo ” biologico ” . Un’altra possibilità è che questi organismi siano già noti , ma sono relegati in particolari habitat. Comunque questo progetto di ricerca ha un fascino molto particolare , perché ci fa capire come la vita fiorisca in qualunque contesto , a dispetto delle condizioni che più o meno lo permettono , e questo dimostra che la vita è possibile ovunque , anche in ambienti diversi del Cosmo , ed è il fine ultimo di quella grande maestosità che è l’Universo . Vedremo in futuro gli sviluppi di questa ricerca di Jonathan Eisen . Adesso però facciamo un po’ di interessante speculazione scientifica . E se oltre a nuovi ipotetici organismi cosmici, dallo spazio arrivassero nuovi virus , anche letali per l’uomo ? Un paio di anni fa , scrissi una lettera – articolo al nostro quotidiano cittadino Corriere del Giorno , visto che in quel periodo si erano diffusi timori associati al virus dei suini , e tra le ipotesi che formulai ci fu quella delle manipolazioni in qualche laboratorio o base militare segreta come quella di Fort Detrick negli Stati Uniti . Dopo la paura innescata da altri virus come la Sars , la Bse o virus della mucca pazza , il virus dei polli e precedentemente il virus eboia e i forti sospetti sulla genesi artificiale dell’Aids , si paventava il rischio di una pandemia , rischio che poteva aumentare anche per effetto della globalizzazione contemporanea. Il focolaio del virus dei suini si era generato in Messico , anche se poi l’epidemia fortunatamente si è arrestata , non prima però di aver creato un diffuso allarmismo e una vendita sproporzionata di vaccini e conseguente profitto per le multinazionali farmaceutiche . Tra le altre ipotesi che formulai, ci fu quella della ripresa degli studi della famigerata Unità 731 giapponese della Seconda Guerra Mondiale , studi proseguiti nell’era moderna . Poi tirai in ballo anche le presunte scie chimiche . Dulcis in fundo , e questo si collega ai temi di questo articolo , ipotizzai che quest nuovi virus potessero avere una matrice spaziale , e illuminante in proposito è il film del 1971 Andromeda , del regista Robert Wise , tratto da un romanzo di Michael Crichton del 1969 , dove l’arrivo di un organismo alieno chiamato appunto Andromeda , dopo la missione spaziale di un satellite , provoca la morte di esseri umani, genere non accada mai, non possiamo però sapere se oltre a nuovi organismi, non ne giungano altri letali per l’uomo . Recentemente ne è stato fatto un remake televisivo datato 2008 , intitolato Andromeda Strain , che fa capire l’attualità di queste problematiche , dove questo virus alieno rischia addirittura di cambiare il nostro ecosistema vegetale e animale . Mi viene in mente in questo senso la saga dello scrittore di anticipazione David Gerrold , iniziata nel 1983 , improntata alla Guerra contro gli Chtorr , composta da 7 romanzi di cui fu fatta anche una riduzione televisiva , anche questa correlata ai temi di questo articolo , in cui si narra una insolita e strana invasione , dove queste creature aliene non usano almeno apparentemente tecnologie avanzate , non hanno astronavi o armi spaziali , non si sa il loro vero luogo di origine , e giungono sulla Terra instillando una terrorizzante piramide ecologica aliena , costituita da migliaia di specie vegetali e animali aggressive , che mettono a repentaglio l’intero ecosistema terrestre , per trasformare il nostro mondo in qualcosa di ” altro ” . Per la cronaca , l’avanguardia Chtorran è formata da giganteschi e crudeli vermi dal colorito rossastro . Pensate che questa sia solo fantasia di uno scrittore di fantascienza ? Sentite questa , perché adesso voglio raccontare dei fatti reali accaduti negli Stati Uniti nel lontano 1973 , fatti ai confini della realtà , ma assolutamente veri e documentati, riportati con dovizia di particolari da due vecchi numeri del mitico Giornale dei Misteri del Luglio e Agosto 1973 . L’autore degli articoli S. Bonconte , si chiedeva se impreviste mutazioni biologiche dovute a radiazioni o a influssi di provenienza cosmica , si stessero verificando sul nostro vecchio pianeta . E infatti analizzò una notizia proveniente dal Texas , stato americano già noto per i fatti di Aurora del 1897 , sede di un ” presunto ” UFO-crash. L’evento noto come ” Dallas blob ” , dal nome della città come sappiamo tristemente nota per l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy del Novembre 1963 , fu teatro di un fenomeno impressionante accaduto alla signora Marie Harris , che un giorno affacciandosi a una finestra localizzata sul retro della sua casa , notò in mezzo al suo giardino una escrescenza bianca , piccola e dall’aspetto ” schiumoso ” , che pulsava ritmicamente . La donna incuriosita , ( adesso riportiamo la cronaca di S. Bonconte ) , scese , la estirpò con una zappetta da giardinaggio e , ridottala in pezzi, la sparse per il giardino . Nel tagliarla notò all’interno una specie di muco scuro e vischioso . Due giorni dopo la ” cosa ” ricomparve e di dimensioni raddoppiate . La signora Harris e il marito allora pensarono di sotterrarla . Apertala videro che quella specie di “plasma” che ne formava il contenuto era divenuto color arancio , mentre all’esterno aveva cambiato il colore bianco con una tonalità gialla intensa . Cosparsa di un potente antiparassitario a base di nicotina , divenne scarlatta e cominciò a emettere una sostanza liquida , che sembrava sangue . Poi assunse un colore violetto intenso . Continuò a crescere lentamente e costantemente . Alcuni studiosi, invitati dai coniugi Harris , membri del Growht International Incorporated , ne tagliarono un pezzo per analizzarlo , ma non riuscirono a far nulla per distruggere la ” cosa ” o per arrestarne la crescita . Un ciclone che colpì la zona , rovesciò torrenti d’acqua e la ” cosa ” sparì improvvisamente , come lavata via . Due giorni dopo ricomparve stavolta più grande ancora e divisa in tre “settori ” . Poi senza un motivo apparente , cominciò a ridursi nuovamente di proporzioni , fino a che si essiccò e morì . Questo il misterioso episodio di Dallas , che ripropose in termini diversi un episodio simile accaduto a Rovezzano in provincia di Firenze nello stesso anno , dove una ” cosa ” pulsò come di vita propria ed emise una sostanza simile a plasma sanguigno , che potrebbe ricordare anche la pioggia rossa di Kerala in India . La ” cosa ” di Rovezzano non era però radicata al suolo e sembrava potersi muovere , come una forma organica più evoluta del blob , quasi una forma di vita tra il vegetale e l’animale . Del resto noi sulla Terra abbiamo i cnidari e i coralli che sembrano piante , ma sono in effetti creature viventi . Se si prescinde dal contenuto mucillaginoso che ricorda il plasma , l’aspetto richiama certi tipi di alghe marine , e un’altra ipotesi potrebbe essere che certe forme vegetali siano state irradiate da un tipo di energia nucleare o da una forma di energia irradiata da un UFO , come negli incontri ravvicinati del secondo tipo , oppure sono spore che arrivano dallo spazio . Tornando ai fatti di Dallas , il quotidiano ” The Miami Herald ” del 1 Giugno 1973 dichiarò che numerose persone raccolsero , senza precauzioni di sorta , esemplari dei ” blobs ” , ma nessuno fece una analisi completa delle escrescenze e nessun biologo le controllò . Dallas fu colpita in uel periodo da violente piogge , per oltre un mese , e la signora Harris espresse la speranza che le escrescenze altro non erano che semplici funghi , ma la cosa non è così semplice e riduttiva . Infine la Harris dichiarò che i ” blobs ” contenevano una sostanza scura all’esterno di una membrana . Inoltre questi potevano assumere diverse colorazioni, e quando venivano punti , diventavano color rosso porpora . Le escrescenze erano bianche e sottili come una cialda , e apparivano completamente disseccate . Secondo il Dottor F.Hurst, botanico della Baylor University e il Dottor J.Flook , botanico della Southern Memodist University , i blobs non erano altro che comunissimi funghi . Il Dr. Hurst lanciò l’ipotesi che si trattasse di un composto di spore che si raggnipparono in una grossa massa protoplasmatica che si nutriva di batteri e che comunemente assumevano una forma gialla pulsante , come quella descritta dalla Harris , e tali formazioni erano assai diffuse ( ? ) ed estremamente comuni, e generalmente si manifestavano dopo i temporali estivi, e quando il tempo era afoso . Solo che stranamente questi cosiddetti ” funghi ” , apparvero prima del periodo piovoso . E’ possibile che queste spore siano di matrice esogena ? E se si , che tipo di forme organiche sono ? Tralasciando per il momento le speculazioni scientifiche , ovviamente anche il cinema si è occupato di queste tematiche con film famosi e meno famosi , e ne citiamo alcuni , non pretendendo di ricordarli tutti . Cominciamo da The Quatermass Experiment ( L’astronave atomica del Dottor Quatermass ) del 1955 , regia di Val Guest , dove un’astronave che precipita in mezzo alla campagna inglese , viene recuperata dal suo ideatore/progettista Quatermass. Lanciata precedentemente fuori dell’atmosfera terrestre , dei tre astronauti che compongono l’equipaggio uno solo è rimasto vivo , Caroon , che è stato però contaminato da un organismo alieno gelatinoso , che per procurarsi energia vitale , comincia a sopprimere gli abitanti della zona . Nel 1999 ne fu fatto un ” quasi remake “, con una storia similare , ambientato però su di uno Shuttle della Nasa , film intitolato The Astronauti Wife ( La moglie dell’astronauta ) , del regista Rand Ravich . E’ la volta di Invasion of thè body snatchers ( L’invasione degli ultracorpi ) , film diretto nel 1956 da Don Siegel , film tra l’altro scelto per essere preservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, dove si narra che la cittadina americana di Santa Mira , è stata invasa da esseri spaziali che copiano perfettamente gli esseri umani , ai quali si sostituiscono durante il sonno . Queste creature si replicano all’interno di enormi baccelli alieni, che crescono finché creano copie senza emozioni umane , che eliminano gli originali , baccelli che ovviamente giungono sulla Terra dallo spazio . Di questo film sono stati fatti tre remake dal titolo: Terrore dallo spazio profondo nel 1978 , Ultracorpi l’invasione continua nel 1993 , e Invasion nel 2006 . In Italia ne è stata fatta una parodia con il principe della risata Totò , in Totò nella Luna del 1958 , con i ” cosoni ” al posto dei baccelloni alieni di Don Siegel . Un altro interessante film del 1957 , per la regia di John Sherwood è stato : The monolith monsters ( La meteora infernale ) , dove una meteora precipita nel deserto americano , vicino ad una imprecisata cittadina . In seguito all’azione dell’acqua , i suoi frammenti si rigenerano e si moltiplicano dirigendosi verso la città , uccidendo tutti quelli che si trovano sulla loro strada . Questi frammenti inorganici , con cui non si può prendere contatto, uccidono per procurarsi le sostanze utili alla loro esistenza e moltiplicazione per sopravvivere , sostanze basate sul silicio , lasciando corpi pietrificati, privi della sostanza che rende elastica la pelle . Altro film noto è The Blob ( Blob fluido mortale ) , anno 1958 , diretto da Irvin S. Yeaworth Jr. , con uno Steve Me Queen a inizio carriera , dove si narra che una creatura informe e gelatinosa , giunge sulla Terra all’interno di una meteora , e trovata da un vecchio del luogo , si ingrandisce diventando una massa enorme che ingloba quasi tutto . Verrà alla fine trasportata al Polo Nord , dove il freddo ne arresterà la crescita , ma con il punto interrogativo sulla sua reale morte . E’ stato fatto un remake nel 1988 dal titolo Blob il fluido che uccide . Un altro film famoso del 1960 , del regista Wolf Rilla , è II villaggio dei dannati , tratto dal romanzo ” The Midwicht Cuckoes ” , scritto nel 1957 dallo scrittore inglese John Wyndham , noto per i suoi romanzi sul tema delle ” strane ” invasioni . Si narra che gli abitanti della cittadina di Midwich vengono addormentati da una forza aliena o da strane spore , e alcune donne del luogo subiscono una inspiegabile gravidanza , partorendo degli ” strani ” bambini alieni , che si rivelano dotati di poteri al di sopra della nostra comprensione . Audace la scelta del modo in cui le donne vengono fecondate , per quei tempi, che misero in allarme la Chiesa . Ne fu girato un seguito nel 1963 dal titolo La stirpe dei dannati , e un remake nel 1995 di John Carpenter , noto cultore dell’insolito , dal titolo Villaggio dei dannati , con l’attore deceduto Cristopher Reeve , noto Superman cinematografico e Michael Pare , protagonista del film Philadelphia Experiment . Un altro film del 1962 con i temi di questo articolo è The day of thè Triffìds ( II giorno dei Trifìdi ) , del regista Steve Sekely , uscito in Italia anche col titolo de L’invasione dei mostri verdi , anche questo tratto da un romanzo di John Wyndham , dove si racconta che una fantasmagorica pioggia di meteore solca il cielo in una notte d’estate . La pioggia ha portato con se un carico di spore aliene , che ha dato vita ad una nuova specie di piante assassine , crudeli e inarrestabili , come un’atavica ribellione della natura contro l’uomo . Verranno alla fine distrutte con l’acqua del mare , simbolo della vita sulla Terra . Un film semisconosciuto , ma interessante come principio è The green slime ( II fango verde ) del 1968 , diretto dal regista nipponico Kinji Fukasaku , dove un gruppo di astronauti impegnato in una missione per distruggere un enorme asteroide in rotta di collisione con la Terra , atterrano sulla sua superfìcie , dove viene notata una strana sostanza verde che pulsa sul terreno . Distrutto l’asteroide , uno degli astronauti inavvertitamente trasporta a bordo della stazione spaziale un grumo della strana sostanza , che per effetto dell’energia presente nella stazione , inizia a ribollire e crescere , diventando una strana schiuma , da dove si generano delle creature tentacolate con un solo occhio , che emettono scariche elettriche mortali . Verranno distrutte sacrificando la stazione spaziale , prima che arrivino sulla Terra . Come film più recenti , possiamo citare The Mist ( La foschia ) , film del 2007 diretto da Frank Darabont, dove si narra di un progetto militare chiamato ” Arrowhead ” , studiato e messo in atto con lo scopo di aprire portali verso universi paralleli . Questo provoca l’apparizione di esseri e di un ecosistema alieno , che hanno invaso la nostra dimensione , spostandosi in una strana nebbia o foschia che da loro protezione e occultamento . Infine i militari riescono a riprendere il sopravvento su queste creature, richiudendo il portale dimensionale . Nel 2008 invece è uscito il film The Happening ( E venne il giorno ) , del regista M. Night Shyamalan , tra l’altro regista del bel film Signs del 2002 con Mei Gibson , sull’affascinante tema dei crop-circles collegati agli alieni . In The Happening si narra che molta gente si toglie inspiegabilmente la vita , e si comincia a ipotizzare che a causare questi strani suicidi sia una terribile neurotossina prodotta dalle piante ( o da un organismo alieno ) , che reagiscono a qualcosa che le minaccia . Uno scienziato pensa che quanto accaduto sia un avvertimento della natura contro l’uomo , giudicato da essa una minaccia per l’intero pianeta . Infatti nella zona dove il fenomeno si verifica , c’è la più alta densità di centrali nucleari , che mettono in pericolo tutte le forme viventi , quindi l’uomo è considerato la vera anomalia del nostro mondo , e le piante comunicando tra di loro , emettono questa neurotossina come mezzo di difesa . Nel 1965 l’ex dipendente della Cia , Dott. Cleve Backster , studiò realmente le comunicazioni tra le specie vegetali, contribuendo al perfezionamento della cosiddetta ” macchina della verità ” , usata in tanti casi per appurare la sincerità dei testimoni . Concludiamo ( anche se non abbiamo potuto inserire tutta la filmografia ) questa rassegna cinematografica sui film cosiddetti a ” invasione biologica ” , correlati in qualche modo con i concetti di questo articolo , con il film del 2010 Monsters ( Mostri ) diretto dal regista Gareth Edwards , dove si narra che nel 2016 delle forme di vita aliene si sono diffuse in tutta l’America centrale , portate sulla Terra da una sonda della Nasa , che hanno cominciato a proliferare creando un habitat estraneo vegetale e animale , come in un inarrestabile contagio . Lungo il confine con gli Stati Uniti, viene creato un muro di separazione con la ” zona aliena ” , gestito da forze armate americane e messicane , per contrastare l’espandersi del flagello . Come si vede quindi , anche il cinema ha affrontato le tematiche legate alle nuove forme di vita con provenienza esogena , ma il nostro intento non era quello di metter paura a chi ci legge , anche se nell’era contemporanea per spaventarsi per davvero basta guardare un qualunque telegiornale, ma solo illustrare il fatto che facendo parte il nostro pianeta dell’entità chiamata Universo , può essere soggetto all’arrivo di organismi sconosciuti , oltre a vere e proprie forme di vita intelligente provenienti dagli abissi del Cosmo , in quelli che amiamo definire UFO . Nessuno credo possa contestare questa possibilità , in un senso o nell’altro , forse solo gli ottusi , perché sappiamo poco , credo , dei misteri che ci circondano e quindi non possiamo precluderci nuove teorie e ipotesi di studio . Come disse Albert Einstein , il più famoso scienziato forse esistito : « I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri , i quali non sanno capire l’uomo che non accetta stupidamente i pregiudizi ereditari , ma con onestà e coraggio usa la propria intelligenza ». Parole sante e in attesa di conoscere più approfonditamente i misteri dello spazio , parafrasiamo la frase finale del film ” La cosa da un altro mondo ” del 1951 , di Christian Niby e Howard Hooks , « Scrutate il cielo » .

FONTI BIBLIOGRAFICHE
Tuttoscienze – La Stampa – 24 Dicembre 2008
Tuttoscienze – La Stampa- 9 Marzo 2011
Tuttoscienze- La Stampa- 16 Marzo 2011
Tuttoscienze- La Stampa- 13 Aprile 2011
La Repubblica it – 1 Settembre 2006
Wikipedia – 29 Gennaio 2011
News-CUT-1 Dicembre 2010
News- CUT-1 Dicembre 2011
News- CUT- 7 Marzo 2011
Franco Pavone – Quali misteri dietro quei virus ? -Corriere del Giorno -14-5 -2009
II Giornale dei Misteri n. 28 – Luglio 1973
II Giornale dei Misteri n. 29 – Agosto 1973
David Gerrold – La guerra contro gli Chtorr – 1983 – 1990 – Urania – Mondadori
Film – The Quatermass Experiment – 1955 – regia Val Guest
Film- Invasion of thè body snatchers – 1956 -regia Don Siegel
Film – The Monolith Monsters – 1957 – regia John Sherwood
Film- The Blob – 1958 – regia Don Siegel
Film- The Midwich Cuckoes – 1960 – regia WolfRilla
Film- The day ofthe Triffìds – 1962 – regia Steve Sekely
Film- The green slime – 1968 – regia Kinji Fukasaku
Film- Andromeda – 1971 – regia Robert Wise
Film – The Mist – 2007 – regia Frank Darabont
Film – The Happening – 2008 – regia M. Night Shyamalan
Film- Monsters – 2010 – regia Gareth Edwards

2 risposte a "Nuove forme di vita arrivano dallo spazio?"

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  1. Ho letto l’articolo ex interim, buon lavoro, forse è leggermente confuso in alcuni punti, come la pioggia rossa di Kerala.
    Cito un link a Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Red_rain_in_Kerala
    Come si dice lì, le principali critiche mosse alla teoria della Panspermia sono due:
    1) si è già verificato che accadessero MONSONI di altri colori, non strettamente rossi (come il sangue extraterrestre di cui si parla);
    2) la teoria avanzata parla di un corpo celeste di piccole dimensioni, carico di queste particelle, che una volta entrato nell’atmosfera, distruggendosi, ha causato una diffusione delle ultime. Ma questa teoria non si adatta al caso in particolare, in quanto trattandosi di un monsone, le pioggie sono durate circa 2 mesi, e i forti venti avrebbero duvuto spostare il fenomeno anche da altre parti.
    3) è molto accreditata, per motivazioni biologiche, la teoria delle spore di alghe, in quanto presentano una struttura perfettamente coincidente con i campioni. Cito Wikipedia testualmente:
    “The primary function of most spore walls and their impermeability is to ensure its own survival through periods of environmental stress. They are therefore resistant to ultraviolet and gamma radiation, desiccation, lysozyme, temperature, starvation and chemical disinfectants. Visualising spores under a light microscope can be difficult due to the impermeability of the ungerminated spore wall to dyes and stains used in cell biology methods.”
    Purtroppo è molto difficile dare la certezza di questo perchè gli esami del DNA sono molto difficili, come lei stesso ha detto. Non posso chiarire ulteriormente questo punto, perchè non ho le basi sufficienti di biologia.

    Sono d’accordo con lo spirito dell’articolo, ma a mio parere non bisogna mai lasciarsi prendere troppo dall’entusiasmo e conservare sempre rigore scientifico in ciò che si afferma. Fare informazione è un ruolo di responsabilità, e voi del CUT in genere ci riuscite bene in questo sito.

  2. Le critiche costruttive sono sempre ben accette e la ringraziamo per la stima . La pioggia di Kerala è ancora un enigma per gli scienziati e in attesa di nuovi sviluppi si possono fare solo delle speculazioni scientifiche . Del resto queste ultime servono anche a sviluppare nuove idee e ricerche . L’entusiasmo poi è il sale di questi studi , rimanendo però come dice giustamente lei con i piedi per terra . Continui a scriverci e a seguirci . La saluto a nome del CUT , Franco Pavone , Centro Ufologico Taranto .

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